Il contributo unificato al vaglio della Corte di Giustizia dell’Unione Europea
         
           La normativa concernente il c.d. contributo unificato nel processo amministrativo è stata da più parti contestata sia in linea generale, sia in relazione alle misure particolari dettate in modo vessatorio nei confronti dei c.d. riti speciali (che non hanno nulla di speciale dal punto di vista dell’effettiva accelerazione del giudizio), e più specificamente nei confronti dei ricorsi in tema di appalti con misure assolutamente irragionevoli e che, nella loro applicazione, fanno riferimento ad un dato, il c.d. valore dell’appalto, del tutto improprio, considerando l’importo a base d’asta, laddove per il ricorrente il valore effettivo dell’appalto è il 5-10 per cento del medesimo, come peraltro riconosciuto dalla giurisprudenza a fini risarcitori.
           Gli importi irragionevolmente elevati del contributo unificato, specie in materia di appalti, hanno sicuramente comportato una deflazione del contenzioso (praticamente sono scomparsi i ricorsi avverso i provvedimenti di non ammissione alle gare e avverso le aggiudicazioni i ricorsi vengono necessariamente limitati ad appalti di valore estremamente elevato): tale deflazione del contenzioso è, peraltro, assolutamente patologica e la conseguente limitazione del controllo giurisdizionale, sia in generale sia specificamente negli appalti, determina necessariamente un aumento dei fenomeni corruttivi, rispetto ai quali viene notevolmente limitato l’effetto repressivo e, soprattutto, deterrente.          
           Tali problemi sono stati recentemente affrontati, in modo completo e responsabile, dal Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento, che, con ordinanza 29 gennaio 2014, n. 23, superando anche notevoli profili preliminari, ha rimesso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea la valutazione della legittimità della normativa italiana in tema di contributo unificato, segnalandone il possibile contrasto con le Direttive Europee in materia.
 
 A questa problematica è dedicato il Convegno di studi che, su iniziativa della Società Italiana degli Avvocati Amministrativisti d’intesa con l’Ordine degli Avvocati di Roma, si terrà il prossimo 19 febbraio alle ore 14.00, in Roma presso il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, Via Flaminia 189.
 
            Al Convegno, che sarà introdotto dal prof. avv. Filippo Lubrano, Segretario della Società Italiana degli Avvocati Amministrativisti, e dall’avv. Antonino Galletti, Consigliere Tesoriere dell’Ordine degli Avvocati di Roma, parteciperanno:
  Avv. Armando Pozzi, Presidente T.R.G.A. di Trento
 Avv. Vittorio Cesaroni, Avvocato dello Stato
 Avv. Enrico Lubrano, Avvocato in Roma
 Avv. Salvatore Orestano, Avvocato in Roma
 Prof. Avv. Eugenio Picozza, Professore nell’Università di Roma.
            Al termine delle relazioni seguirà un dibattito in relazione alle osservazioni degli intervenuti. Alla fine dei lavori la sintesi sarà svolta dall’avv. Ignazio Francesco Caramazza, Avvocato Generale dello Stato Emerito.
 
            Ai partecipanti al convegno verranno riconosciuti 3 crediti formativi porfessionali (le presenze saranno registrate all’ingresso). La partecipazione è libera (senza necessità di prenotazione) e gratuita.