Negli ultimi anni la legislazione è sempre più venuta arricchendosi di proclamazioni di “diritti” a prestazioni in campo assistenziale, sanitario e sociale, specie a favore di persone svantaggiate economicamente e socialmente. Ciò è avvenuto sia a livello nazionale (d.P.R. n. 616/1977 – trasferimento alle Regioni ed agli Enti locali delle competenze in campo socio-assistenziale; L. n. 517/1977 – diritto allo studio ed alla valutazione degli ultimi, compresi quelli in situazione di handicap; L. n. 833/1978 – riforma del sistema sanitario nazionale), sia a livello regionale, sia con riguardo a leggi di carattere generale ( L.n. 142/1990 – riforma degli ordinamenti degli Enti locali; L. n. 241/1990 – trasparenza dei procedimenti amministrativi), tanto che a leggi di settore (L .n. 104/1992 – legge sui diritti delle persone handicappate). Ove, però, si passi all’analisi della situazione effettiva della realizzazione dell’assistenza si pongono notevoli problemi per la concretizzazione del diritto all’assistenza: ciò in particolare con riferimento alla cronica situazione di “inadempienza” delle pubbliche amministrazioni ed alla impossibilità di pretendere, con la immediatezza ed effettività necessarie, l’adempimento degli obblighi, anche per le difficoltà nelle quali si trova il sistema giurisdizionale amministrativo.

Al dibattito, che è stato coordinato e concluso dal dott. Alberto de ROBERTO, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, hanno partecipato:

– Dott.ssa Livia BARBERIO CORSETTI, Consigliere di Stato
– Prof. avv. Filippo LUBRANO, Avvocato in Roma
– Avv. Giovanni Paolo POLIZZI, Avvocato dello Stato

Roma, Consiglio dell’Ordine degli Avvocati
23 marzo 1995